La fine del patriarcato e di tutte le sue parole: tutte le ragioni per cui non dovremmo usare il termine matriarcato, e cosa possiamo usare al suo posto
Patriarcato e matriarcato sono due parole che sembrano speculari, ma che sottendono invece due realtà radicalmente opposte. La parola matriarcato, che è il termine con cui oggi si definiscono determinate tipologie di società non patriarcali, è l’unica parola corretta che esiste per definirle. Ma questa parola, viene spesso fraintesa, e con lei le società che definisce, e per questo mi chiedo se sia giusto continuare ad usarla oppure sia arrivato il momento di creare nuovi termini: perché da nuove parole nascono nuovi mondi, e questo secondo me non va dimenticato.
La parola patriarcato è, negli ultimi anni, entrata nel nostro gergo quasi comune, la sentiamo spesso nominare e la riconosciamo perché è la maniera corretta di definire la nostra società attuale: una società ancora, purtroppo, assai patriarcale.
Se la parola patriarcato oggi è molto riconoscibile, matriarcato è invece un termine che vagola ancora nella nebbia della confusione per la stragrande maggioranza di persone. Il termine patriarcato, infatti, viene utilizzato perché ci si è rese conto che una società che funziona in una maniera patriarcale non sia sostenibile, e che questo sia vero sotto tantissimi punti di vista, per questo la si vuole smantellare: “fuck the patriarchy”, “diamo un calcio nel sedere al patriarcato”, e via discorrendo. Sentiamo continuamente frasi di questo genere. Ma cosa potrebbe esserci, al di là del patriarcato? Possono esistere società non patriarcali?
Parole: matriarcato e le società matriarcali
Per chi come me, studia e legge da anni libri che parlano di realtà differenti dal patriarcato, di società altre e non speculari alle organizzazioni patriarcali, sa che queste storicamente e attualmente sono esistite ed esistono ancora oggi. Sono quelle che sono chiamate società matriarcali. La studiosa Heide Goettner Abendroth ha parlato approfonditamente nel suo libro[1] di queste società, le ha definite in maniera chiara e metodica, ed è una lettura che mi è capitato di suggerire a chi domanda se una società, diversa da quelle che conosciamo per esperienza diretta, possa esistere. Uno degli errori su cui ci si imbatte più sovente è però quello di credere che se patriarcato sia una società capata da uomini, il matriarcato sia invece il suo opposto speculare, ovvero una società cui sono le donne a comandare.
Questa confusione avviene principalmente per due motivi: prima di tutto perché le fonti patriarcali parlano di matriarcato filtrandolo attraverso le proprie lenti – quindi fraintendendone la struttura e il funzionamento di una società radicalmente diversa. Secondariamente, il termine matriarcato porta di per sé fuori strada le persone che già non conoscono l’argomento.
Ricerca: etimo di patriarcato e di matriarcato
Dal punto di vista etimologico, l’Online Ethimology Dictionary scrive che la parola patriarcato (patriarchy[2]) deriva dal tardo latino “patriarcha” a sua volta derivato dal greco “patriarkhēs” (persona a capo della famiglia) ed è una parola che si forma da padre + arkhein (dove arkhein sta per “legge” e quindi la parola patriarcato assume il significato di “la legge dei padri”, vedi nota 2).
Mentre matriarcato, sempre secondo l’Online Ethimology Disctionary (matriarchy[3]), è un vocabolo che è stato creato nel 1881 sulla base della parola preesistente patriarcato, e ne da come significato “il governo della madre o delle madri” e quindi indica un’organizzazione sociale dove la famiglia è formata dalla madre, che ne è a capo, e dai discendenti del lato materno.
Si capisce quindi, soprattutto dal punto di vista etimologico, da dove derivi la confusione sul termine matriarcato: ovvero, la parola stessa porta in errore, soprattutto per come viene definita dalle fonti patriarcali (quali di sicuro On-line Ethimology Dictonary che ho consultato per trovare gli etimi).
Origine: l’etimo di matriarcato secondo la filosofa Heide Goettner Abendroth
Al contrario, secondo la filosofa Goettner Abendroth il termine matriarcato non dovrebbe invece considerarsi etimologicamente come una parola speculare alla parola patriarcato (allo stesso modo in cui non è da considerarsi ovviamente l’organizzazione matriarcale come opposta e speculare ad un’organizzazione patriarcale), ma si dovrebbe andare oltre il bias di trovare il significato di matriarcato opposto a patriarcato, anche perché – scrive la filosofala – la parola arkè (da cui si formano sia patriarcato che matriarcato) ha anche un significato più antico, quello di origine. E quindi, se in patriarcato arkè (arkehin) deve intendersi come “dominio” o “legge”, in matriarcato dovrebbe invece leggersi invece come “origine”, nello stesso modo in cui arkè compone ad esempio la parola archetipo. Quindi, se patriarcato significa “il dominio o la legge dei patri”, matriarcato dovrebbe invece assumere il significato di “all’origine le madri”, cosa che per altro ha senso sia dal punto di vista biologico che per spiegare l’essenza di una società matriarcale.
Tutto bene sino a qui. Però la domanda che mi sorge spontanea è questa: è giusto dare un nuovo significato a una parola che era originariamente nata con un intento diverso, come ha fatto Goettner Abendroth appunto con matriarcato?
Questa parola, matriarcato, nonostante delinei – come si capisce dopo aver letto la definizione data da Goettner Abendroth – in maniera giusta e sintetica una società matriarcale, purtroppo è una parola che ha portato nel tempo a diversi fraintendimenti. La maggior parte delle persone non sanno infatti cosa significhi matriarcato: una società matriarcale, non è una società dove le donne comandano sugli uomini, come sono portati a pensare coloro che non approfondiscono l’argomento. Una società matriarcale è invece una società egalitaria e pacifica, che si basa sul rispetto reciproco della diversità e dei bisogni di ciascuno, soprattutto delle minoranze; è una società che rispetta tanto le donne quanto gli uomini, dove la natura è sacra, ed organizzata in maniera differente rispetto alle società patriarcali.
Questa differenza alla base che c’è tra matriarcato e patriarcato, non è secondo me evidenziata abbastanza dalla parola matriarcato, perché è facile che questo termine porti ad un’erronea conclusione. Dopotutto, Goettner Abendroth ha trovato la soluzione di adattare la parola matriarcato in modo che rispecchiasse la tipologia di società che è, ma questo vocabolo esisteva già prima del suo libro, ed era una parla nata in maniera speculare a patriarcato, quando ancora erroneamente si credeva che il matriarcato fosse il regno e il comando delle donne sugli uomini (in realtà, credo che il dominio delle donne sugli uomini non dovrebbe chiamarsi matriarcato, ma pur sempre patriarcato).
Dubbio: famiglia etero normativa e società matriarcali
Un’altra domanda mi sorge spontanea: queste due parole, matriarcato e patriarcato, sono speculari anche perché ci fanno pensare alla famiglia etero normativa, quando nelle società matriarcali, la famiglia “classica” così come la intendiamo noi oggi, non esiste. I padri, addirittura, nelle società matriarcali, molto spesso non hanno obblighi sui figli biologici o non li conoscono neanche, figli che sono a tutto e per tutto parte dei clan materni. Invece che sapere se una società è “di padri o “di madri”, sarebbe secondo me molto più interessante indagare su come le società matriarcali definiscono loro stesse, e se lo fanno: per noi, dopotutto, figlie della mentalità occidentale è normale cercare di dare un nome a tutto, e di racchiudere all’interno di un recinto ogni idea, ma questo potrebbe non rispecchiare la mentalità matriarcale, perché per loro essere matriarcali potrebbe essere l’unico modo possibile, o l’unico che conoscono.
Necessità: parole nuove per mondi nuovi
Il matriarcato esiste, è esistito storicamente, e quindi è possibile. Oggi per noi, figlie e figli di una società patriarcale, sapere che altri modi di vivere e pensare siano plausibili e immaginabili ci da quanto meno la speranza che sia possibile anche per noi vivere in maniera differente. È importante parlare di matriarcato, perché offre una prospettiva concreta su cui poter plasmare il nostro futuro.
Allo stesso tempo credo che, alla base di un nuovo mondo serva un nuovo modo di parlare, che sottende anche un modo diverso di pensare. La parola matriarcato è una parola composta da parole latine e greche: ho il dubbio che utilizzare una parola che nasce da due lingue patriarcali non sia indicato per definire una società che patriarcale non è. Per definire il matriarcato io vorrei una parola che mi facesse capire che:
“questa società è una società di persone libertarie e pacifiche, amanti del mondo naturale, una società che fa sì che chiunque vivendo al suo interno possa fiorire della forma e del colore di cui è fatta la sua essenza. Ogni persona è diversa e libera, è supportata dalla comunità sempre nel rispetto reciproco, e nessuna si sente diversa perché tutte lo sono tra di loro.”
Quando penso a questo, mi viene alle labbra una parola, che non ha ancora senso per noi ed è però una parola divertente. Mi sembra sia perfetta: la parola è Lirinkia.
Da oggi definirò così le società matriarcali, e nessuno mi capirà ma io saprò quello che voglio dire, e non parlerò con delle parole nate da menti patriarcali, ma sarà scaturita dal cuore di una donna anfibia che crede negli uomini e nelle donne e negli libere, negli animali – sempre, e soprattutto in madre terra. Una donna che sa che la diversità è ricchezza per tutte.
Viva Lirinkia: perché dalle parole nuove nascono i nuovi mondi!
[1] Il libro si intitola “Le società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo” edito da Venexia, 2013.
[2] Patriarchy: late 12c., patriarke, “one of the Old Testament fathers,” progenitors of the Israelites, from Old French patriarche (11c.) and directly from Late Latin patriarcha (Tertullian), from Greek patriarkhēs “chief or head of a family,” from patria “family, clan,” from pater “father” (see father (n.)) + arkhein “to rule” (see archon[2]). Also used as an honorific title of certain bishops of the highest rank in the early Church, notably those of Antioch, Alexandria, and Rome. The meaning “the father and ruler of a family” is by 1817.